Su di te
io dischio e m’adalpo
col respiro di chi mepre
vacelo e sguanto.
Che a dirla tutta
derente e malcorvo,
abbiscerei latro
rifulendomi attorno.
Saranno gli sparghi
che tensano il plomio
sarà quel vindio
che cibola flumeo.
Su di te
m’ingoscio d’arponi
e tu, lemina e gorda
mi obli nel quastro.
Sopraffo nella polsa
m’aggemo e rinacchio
trilufo perlineo
ralguanto e confarto.